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Morro D’Alba
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Morro D’Alba

Il comune, situato su un colle a 199 m tra Jesi e Senigallia, offre un panorama tipico marchigiano tra mare e Appennini. Parte dei Castelli di Jesi, ha origini antiche legate alla presenza di Goti e Longobardi.
Morro D’Alba
Credits Bruseghini

Dettagli

PZA Romagnoli 6
Centralino Unico: +39 0731 63000

A 10 Km dal mare, su un’altura delle creste collinari nella linea tra Senigallia e Jesi, il castello di Morro d’Alba sovrasta e domina il fertile territorio circostante.

La grande importanza strategica della sua posizione ha determinato per vari secoli la storia del piccolo borgo: sull’altura di Sant’Amico, località di Morro d’Alba, sono stati ritrovati i resti di alcune ville romane.

A quell’epoca l’insediamento si era sviluppato intorno ad una sorgente d’acqua che scaturiva in un luogo definito “Fonte del Re” e in una tomba scoperta nelle vicinanze è stato rinvenuto, nel 1894, un medaglione aureo raffigurante il volto di Re Teodorico.

Le origini di Morro d’Alba sono molto remote, anche se la sua esistenza storica è documentata solo intorno all’anno 1000, quando compare come “Curtis” in un atto imperiale di Federico I (il Barbarossa).

Morro compare invece come “Castrum” in un atto del 1213, quando Senigallia è costretta a cederlo al vicino comune di Jesi.

Nel 1326, viene assediato dalle milizie di Fabriano, e nel 1365 le mura devono essere ricostruite, forse a causa dei danni subiti da una incursione dei banditi della “Compagnia Maledicta” di Fra’ Moriale. Per brevi periodi Morro passa sotto il controllo dei Malatesta di Rimini, desiderosi di ampliare i loro domini; subisce diverse incursioni degli anconetani nel 1481 e negli anni successivi; nel 1517 viene saccheggiato da Francesco Maria della Rovere. Soltanto nel 1808, con il Regno Napoleonico, viene definitivamente sottratta al comune di Jesi; è poi nel 1860, con l’unità d’Italia, che Morro entra a far parte della provincia di Ancona. Proprio questo avvenimento comporta, nel 1862, l’aggiunta del termine “Alba” al nome del paese, per evitare delle confusioni con altre località del Regno.

Morro d’Alba conserva oggi numerose testimonianze del suo passato: la cinta muraria, il camminamento “La Scarpa”, i sotterranei, il Museo “Utensilia”, il Palazzo Comunale, le chiese e altro ancora.

Nel Palazzo della Residenza Comunale di Morro d’Alba, costruito nel Settecento, ampliato e modificato all’inizio del Novecento, sono oggi conservate varie opere, tra cui una pala d’altare di Claudio Ridolfi, pittore di origine veneta, ma attivo soprattutto nelle Marche, raffigurante “L’Incoronazione della Vergine e Santi” e una tela del XVII secolo raffigurante San Michele Arcangelo, un tempo tutte collocate all’interno di chiesette locali. Anche nella Chiesa Parrocchiale di San Gaudenzio, situata all’interno della cinta muraria e ultimata negli anni ’70 del Settecento, sono conservate alcune interessanti opere; tra queste una “Crocifissione con Santi” di Ercole Ramazzani (1596) e una tela del romano Silvio Galimberti (1922) in cui San Michele Arcangelo, protettore del paese, in posizione centrale con, ai lati, San Rocco, San Francesco, San Filippo e San Maurizio.

Quella della SS. Annunziata, oggi non più officiata, è stata eretta nel 1670 e conosciuta anche col nome di Santa Teleucania. Una accurata ristrutturazione, completata nel 1997, ha destinato la sala superiore, un tempo dedicata al culto, ad auditorium e sala congressi, mentre i sotterranei sono stati riadattati per ospitare mostre ed esposizioni.

Da non perdere, a Morro d’Alba, anche il Museo “Utensilia”, ora situato nei sotterranei del Castello. Questo museo della cultura mezzadrile ospita in otto sale una raccolta ragionata di oggetti di lavoro tradizionali, testimoni dell’autosufficienza della civiltà contadina. Aratri, telai, vagli, carri, botti, scale, falci, torchi e altri strumenti venivano costruiti nelle lunghe sere invernali dalle famiglie contadine, che ricorrevano all’aiuto del fabbro per le sole parti metalliche.

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Morro d’Alba è un borgo dalle origini molto antiche localizzato a 199 metri di altezza, fra città di Senigallia e Jesi. Il toponimo “Morro” deriva probabilmente dal termine murr, altura o roccia, e conferma la sua posizione particolarmente panoramica.

Di particolare interesse è la cinta muraria a pianta pentagonale, formata da alte cortine a scarpata che racchiudono il Borgo Storico la cui caratteristica peculiare è il Camminamento di Ronda (300 metri), quasi interamente coperto, detto “La Scarpa”, le cui origini risalgono alla prima metà del seicento. Il Camminamento, unico nel suo genere in Italia e in Europa, rappresenta a tutt’oggi un tracciato urbano singolare e suggestivo, definito da un lato da una lunga serie omogenea di aperture delle finestroni, che consentono, durante la passeggiata al coperto lungo tutto il perimetro del borgo, di far spaziare la vista sulla campagna circostante permettendo di muovere lo sguardo dai Monti Sibillini al Conero, e quindi al mare, osservando il tipico andamento dolcemente ondulato delle colline marchigiane. Percorrendo il Camminamento si giunge ai Torrioni panoramici, di origine medioevale, scoperti, che consentono di ampliare la veduta sulla campagna circostante.
Le torri che segnano il perimetro del castello hanno un nome legato alla storia locale o elementi che ne compongono il patrimonio storico e artistico
Prodotto principe del nostro territorio, il Vino Lacrima di Morro d’Alba DOC, ottenuto dal vitigno autoctono Lacrima, forse conosciuto già al tempo dei romani e, secondo una leggenda, apprezzato da Federico Barbarossa, deve il suo nome alla particolare goccia (chiamata appunto lacrima) che fuoriesce dal grappolo d’uva quando esso giunge a maturazione.
Il vino Lacrima è impiegato anche per l’elaborazione di piatti caratteristici della cultura gastronomica del luogo. Il territorio è altresì rinomato per la produzione del Verdicchio Classico DOC dei Castelli di Jesi e del Rosso Piceno DOC.
Sul Camminamento di Ronda si affacciano gli ingressi di locali privati e pubblici. Tra questi la nuova Enoteca pubblica e i Sotterranei del Castello medioevale, visitabili, recentemente ristrutturati e dai quali è possibile osservare parte della fitta rete di cunicoli che costituisce un vero e proprio borgo sotterraneo. Negli stessi sotterranei si trova la sede del Museo Utensilia, dove è collocata una raccolta ragionata degli strumenti della cultura mezzadrile e una mostra permanente delle foto del Maestro della fotografia Mario Giacomelli.
Nella piazza dell’entrata principale al borgo, superato l’arco di ingresso, si trova il settecentesco palazzo comunale (edificazione 1763-1775) all’interno del quale sono conservate varie opere tra cui una pala di Claudio Ridolfi in cui è ritratta l’incoronazione della Vergine e altri santi tra cui San Michele, patrono del paese, recentemente restaurata grazie ad un progetto di Art bonus. Di fronte al palazzo comunale è collocata la settecentesca Chiesa di San Gaudenzio (1763), anche questa, recentemente restaurata ha svelato importanti peculiarità artistiche, e all’interno della quale ritroviamo la pala di Ercole Ramazzani (Allievo di Lorenzo Lotto) del 1596 e le spoglie di Santa Teleucania.
Intorno alle mura del borgo è possibile compiere la passeggiata dove era collocato originariamente il fossato (attuale via Morganti). Questo consente di scoprire dall’esterno il borgo nel suo complesso omogeneo e di osservare gli anelli metallici che risultano ancora affissi sulle mura castellane, quali testimoni dello stretto legame tra il nucleo urbano e la campagna circostante, poiché fino a qualche decennio fa venivano ancora impiegati per legare i capi di bestiame in occasione delle fiere.
La passeggiata esterna al borgo consente di ammirare la torre civica, munita di orologio, la quale conserva i tratti dell’antica sottomissione alla vicina città di Jesi, dato il bassorilievo, apposto nel 1504, raffigurante il leone rampante, simbolo di Federico II, che ha avuto i natali proprio in questa città. Esternamente al borgo è presente il prestigioso Auditorium di Santa Teleucania (1670), sede impiegata per convegni e mostre. Sempre nei pressi del Borgo, in piazza Tarsetti, è presente la fontana che reca il graffito del Maestro Enzo Cucchi, esponente della Transavanguardia, nato a Morro d’Alba.
Nel 2023 sono state collocate nel borgo storico ben quattro installazioni di light design per valorizzare gli elementi storico e artistici più significativi e rivisto tutto l’impianto luminoso delle mura castellane. Tutti gli impianti sono stati realizzati con l’impiego delle luci a led per ridurre al massimo il consumo energetico. Questo rende il borgo ancora più suggestivo e particolarmente piacevole da visitare nelle ore serali, accompagnati dalla musica in filodifusione.
Il Borgo Storico e il Camminamento di Ronda, vengono solitamente impiegati per l’organizzazione di festival ed eventi culturali che rappresentano delle originali attrazioni per i turisti. Il “Cantamaggio” (terzo weekend di maggio), dove vengono rievocati gli antichi canti rituali di questua della tradizione popolare, evento immortalato dal maestro della Fotografia Mario Giacomelli, nella omonima collezione in mostra permanente nei sotterranei del castello- Museo Utensilia.; il Festival Letterario e artistico Lacrima in giallo, dedicato al noir in ogni sua sfumatura (giugno); il Lacrima Wine Festival, che celebra il prodotto principe del territorio attraverso l’arte e la cultura, coinvolgendo le cantine delle Terre del Lacrima, ovvero tutto il territorio del disciplinare del Lacrima doc (giugno); la consolidata manifestazione “Calici di Stelle” (10 agosto) che coinvolge le riconosciute Città del Vino, ma anche la Mostra Mercato “Festa del Lacrima di Morro d’Alba e Tartufo di Acqualagna” che in autunno (terzo weekend di ottobre) vede il connubio tra i due prodotti dell’eccellenza enogastronomica essere il motore per l’elaborazione di piatti che coniugano tradizione ed originalità, nello scenario offerto dalle piazze del borgo. Il Green Loop Festival, tra gli eventi ideati più recentemente, vuole raccontare l’economia circolare attraverso l’arte, coinvolgendo soprattutto i ragazzi con laboratori, spettacoli e workshop, coniugandosi perfettamente con la vocazione ecologista del borgo. Ma anche i “Concerti al Tramonto” e il Borgo dell’Amore (febbraio) che vedono il camminamento di ronda “La Scarpa” come un romantico luogo protagonista; la celebrazione del Dantedì (25 marzo), gli spettacoli del Cartellone internazionale del Pergolesi Spontini Festival (Settembre), e la celebrazione della “Giornata internazionale del Enoturismo” (novembre), sono occasioni per promuovere la conoscenza del territorio in ogni momento dell’anno, aumentando l’attrattività e diversificando le esperienze turistiche da vivere.
Il comune di Morro d’Alba, è inserito all’interno di una serie di reti di comuni. Da numerosi anni appartiene alla rete delle Città del vino, ha ottenuto la Bandiera Verde, la Bandiera Gialla per il turismo Itinerante ed è uno dei Comuni Amici del turismo itinerante. Nel 2022 ha ottenuto il riconoscimento di Città che legge, elaborando i Patti della lettura per la promozione della lettura sul territorio come sviluppo della comunità, ottenendo nel 2023 un premio Nazionale per la partecipazione al Maggio dei libri coinvolgendo la Scuola dell’Infanzia e La casa di Risposo Comunale. Dal 2019 fa parte dell’Associazione dei “Borghi Piu’ Belli D’italia” e “I borghi più belli d’Italia nelle Marche”.
Dal 2001, l’Associazione Borghi più belli d’Italia, in particolare, grazie al sostegno della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), si propone di valorizzare le tradizioni, la storia e la cultura dei piccoli centri abitati italiani, spesso dimenticati e fuori dai grandi flussi turistici, per contrastare lo spopolamento. L’obiettivo principale dell’Associazione è far riscoprire la bellezza delle piccole località, valorizzando e recuperando gli aspetti architettonici, culturali e artistici, ma soprattutto creando opportunità per le persone, che le spingano a ritornare a vivere, visitare e lavorare nei piccoli centri abitati, in un nuovo modello di vita più sostenibile e responsabile.
Per entrare a far parte del circuito e utilizzare il marchio nel tempo, i Comuni devono soddisfare i requisiti di qualità previsti dalla Carta di Qualità e dal Regolamento dell’Associazione, in modo da essere sempre un esempio virtuoso e portare avanti progetti di recupero, valorizzazione e promozione del territorio e delle sue bellezze, ma anche dei servizi alla persona e lo sviluppo della sua economia.

Per tale ragione è stato creato il progetto #BorgoShopping che si prefigge di rivitalizzare il tessuto economico e sociale del borgo, in particolare la competitività economica del centro storico di Morro d’Alba attraverso lo sviluppo del Centro Commerciale Naturale, ossia quell’aggregazione di piccoli operatori commerciali, ubicati nei centri storici, che vanno a formare un vero e proprio circuito dello shopping cittadino.
Il turismo è sempre più apprezzato in modalità “lenta” e lontano dal caos delle mete più esclusive e ricercate. Luoghi raccolti, privi di folla e stress, dove è possibile unire lo shopping all’esperienza culturale e turistica. È in questo contesto che si colloca perfettamente il format del Centro Commerciale Naturale di Morro d’Alba, che sta avendo sempre più successo in tutta Italia e su cui ha investito la Regione Marche.
Le attività commerciali partecipano coralmente alle iniziative culturali nel borgo in modo da ampliare l’offerta disponibile che spazia dall’acquisto nella bottega del borgo o in cantina, all’esperienza sensoriale della degustazione, culturale e turistica, come una passeggiata musicale osservando il paesaggio, o un brindisi al tramonto.
Lo scopo del progetto è quello di riunire in un unico network le attività commerciali del borgo
e dintorni e dotarle di un’immagine coordinata, a partire dal sito web, con uno spazio dedicato a ogni commerciante, fino ad arrivare ai canali social. La pagina Facebook e l’account Instagram “Morro d’Alba Borgo Shopping” nascono, infatti, con l’intento di promuovere le attività commerciali che aderiscono al progetto e dare alle loro novità e promozioni la maggior visibilità possibile, nell’ottica di vicinanza verso i cittadini e di accoglienza per i turisti.

Morro d'Alba, con origini romane, divenne Curtis nel Medioevo, passò sotto Jesi nel 1213 e ottenne autonomia solo nel 1808.

Morro d'Alba vanta origini antichissime, con tracce di insediamenti già in epoca romana, come dimostra un medaglione aureo con l'iscrizione "Theodoricus pius princeps invictus semper", rinvenuto in una tomba a Sant'Amico e oggi custodito al Museo delle Terme di Roma. Il primo riferimento storico risale all'anno Mille, quando viene citato come Curtis in un documento di Federico I. Il nome del paese sembra derivare da un cippo di confine ("mora") situato su un colle ("alba"), che segnava il limite tra i territori di Jesi e Senigallia.

Nel 1213 viene menzionato come Castrum quando Senigallia lo cede a Jesi, entrando così a far parte della Respublica Aesina e condividendone le vicende storiche. Nel 1326 subisce un assedio da parte delle milizie di Fabriano, mentre nel 1365 le mura vengono ricostruite, probabilmente a causa delle incursioni dei banditi della "Compagnia Maledicta" di Fra Moriale. Nel 1481 subisce nuovi attacchi da parte degli Anconetani.

Sotto il dominio napoleonico, nel 1808 Morro d'Alba si separa definitivamente da Jesi e, con l'Unità d'Italia nel 1860, entra nella provincia di Ancona. Nel 1862, per evitare omonimie con altri luoghi, viene aggiunto "Alba" al nome originario.

Il paese ha dato i natali al pittore Enzo Cucchi, esponente della Transavanguardia, nato il 14 novembre 1949. Nel 2016, in un referendum consultivo, i cittadini di Morro d'Alba hanno respinto la proposta di fusione con Senigallia.

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Unicità
Vino

LA LACRIMA

Il Lacrima di Morro d'Alba, chiamato anche Lacrima di Morro, è un vino rosso DOC marchigiano la cui produzione è consentita unicamente in Provincia di Ancona (Regione Marche) nella zona di Morro d'Alba e comuni limitrofi. Viene commercializzato prevalentemente nelle tre versioni riconosciute dal disciplinare di produzione ("Base", "Superiore" e "Passito") ed è ottenuto utilizzando l’antica varietà di uva nera locale detta Lacrima. Tipico vino autunnale (tradizionalmente consumato nella regione d’origine come novello durante il periodo natalizio) o tardo-estivo (per l’invecchiato di un anno o più), il Lacrima si serve a 16-18 °C e si abbina con specialità locali come salumi (salame tipo "Fabriano", ciarimboli o salsicce di fegato), primi piatti "rossi" (come Fettuccine o Maccheroncini di Campofilone al ragù marchigiano o di selvaggina) e piatti a base di carni bianche (pollame, tacchino, coniglio ecc...), ma anche accostato ad alcuni primi e antipasti marinati (pescato azzurro, stoccafisso) o con il famoso brodetto di pesce all'anconetana. La versione passita è ottima per accompagnare formaggi stagionati, erborinati, marmellate rosse, cioccolato fondente ed anche pasticceria secca. Il Lacrima di Morro d’Alba è comunque ottimo sia come vino da pasto (per tutti i giorni) sia per occasioni speciali (aperitivi, ricorrenze). Per poterne apprezzare al meglio le qualità va servito in un calice di vetro liscio e sferico, trasparente, di media grandezza e con lungo stelo.