Storia Arte e Cultura

Storia

A 10 Km dal mare, su un’altura delle creste collinari nella linea tra Senigallia e Jesi, il castello di Morro d’Alba sovrasta e domina il fertile territorio circostante.

La grande importanza strategica della sua posizione ha determinato per vari secoli la storia del piccolo borgo: sull’altura di Sant’Amico, località di Morro d’Alba, sono stati ritrovati i resti di alcune ville romane.

A quell’epoca l’insediamento si era sviluppato intorno ad una sorgente d’acqua che scaturiva in un luogo definito “Fonte del Re” e in una tomba scoperta nelle vicinanze è stato rinvenuto, nel 1894, un medaglione aureo raffigurante il volto di Re Teodorico.

Le origini di Morro d’Alba sono molto remote, anche se la sua esistenza storica è documentata solo intorno all’anno 1000, quando compare come “Curtis” in un atto imperiale di Federico I (il Barbarossa).

Morro compare invece come “Castrum” in un atto del 1213, quando Senigallia è costretta a cederlo al vicino comune di Jesi.

Nel 1326, viene assediato dalle milizie di Fabriano, e nel 1365 le mura devono essere ricostruite, forse a causa dei danni subiti da una incursione dei banditi della “Compagnia Maledicta” di Fra’ Moriale. Per brevi periodi Morro passa sotto il controllo dei Malatesta di Rimini, desiderosi di ampliare i loro domini; subisce diverse incursioni degli anconetani nel 1481 e negli anni successivi; nel 1517 viene saccheggiato da Francesco Maria della Rovere. Soltanto nel 1808, con il Regno Napoleonico, viene definitivamente sottratta al comune di Jesi; è poi nel 1860, con l’unità d’Italia, che Morro entra a far parte della provincia di Ancona. Proprio questo avvenimento comporta, nel 1862, l’aggiunta del termine “Alba” al nome del paese, per evitare delle confusioni con altre località del Regno.

Arte e Cultura

Morro d’Alba conserva oggi numerose testimonianze del suo passato: la cinta muraria, il camminamento “La Scarpa”, i sotterranei, il Museo “Utensilia”, il Palazzo Comunale, le chiese e altro ancora.

Nel Palazzo della Residenza Comunale di Morro d’Alba, costruito nel Settecento, ampliato e modificato all’inizio del Novecento, sono oggi conservate varie opere, tra cui una pala d’altare di Claudio Ridolfi, pittore di origine veneta, ma attivo soprattutto nelle Marche, raffigurante “L’Incoronazione della Vergine e Santi” e una tela del XVII secolo raffigurante San Michele Arcangelo, un tempo tutte collocate all’interno di chiesette locali. Anche nella Chiesa Parrocchiale di San Gaudenzio, situata all’interno della cinta muraria e ultimata negli anni ’70 del Settecento, sono conservate alcune interessanti opere; tra queste una “Crocifissione con Santi” di Ercole Ramazzani (1596) e una tela del romano Silvio Galimberti (1922) in cui San Michele Arcangelo, protettore del paese, in posizione centrale con, ai lati, San Rocco, San Francesco, San Filippo e San Maurizio.

Quella della SS. Annunziata, oggi non più officiata, è stata eretta nel 1670 e conosciuta anche col nome di Santa Teleucania. Una accurata ristrutturazione, completata nel 1997, ha destinato la sala superiore, un tempo dedicata al culto, ad auditorium e sala congressi, mentre i sotterranei sono stati riadattati per ospitare mostre ed esposizioni.

Da non perdere, a Morro d’Alba, anche il Museo “Utensilia”, ora situato nei sotterranei del Castello. Questo museo della cultura mezzadrile ospita in otto sale una raccolta ragionata di oggetti di lavoro tradizionali, testimoni dell’autosufficienza della civiltà contadina. Aratri, telai, vagli, carri, botti, scale, falci, torchi e altri strumenti venivano costruiti nelle lunghe sere invernali dalle famiglie contadine, che ricorrevano all’aiuto del fabbro per le sole parti metalliche.